De noche iremos>> que para encontrar la fuente: solo la sed nos alumbra,

Di notte andremo di notte per ritrovar la fonte, solo la sete c’illumina, solo la sete c’illumina.” (San Giovanni della Croce),

Un tempo per camminare nel buio, ma in attesa di una grande luce; una “traversata” sotto le stelle da percorrere insieme.

Gli auguri per il cammino di Avvento.

don Luca Bressan

Anche chi abita il rito romano ormai ci sta raggiungendo. Tutta la Chiesa entra in Avvento. Quest’anno ci entriamo in modo strano. Da una parte distratti dalle emozioni che la pandemia e le emergenze che ha generato ci impone, con un suo calendario e un suo ritmo. Per un altro aspetto, frustrati e anche un po’ arrabbiati, senza sapere bene il perché di questi sentimenti, ma sicuri che la riconfigurazione e l’impoverimento dei legami e degli incontri c’entri per qualche ragione in tutto questo. In ultimo, continuamente interpellati dagli eventi significativi che la vita continua a regalarci nonostante l’emergenza e l’incertezza: nuovi nati, nuovi progetti che prendono forma, nuovi spunti per lo studio e la preghiera, nuove possibilità di connessione con chi è lontano.

Senza volerlo, senza averlo chiesto, ci troviamo nelle condizioni ideali per comprendere e respirare la necessità dell’avvento del Regno di Dio, e quindi per reimparare il senso dell’Avvento. Come il popolo di Israele, anche noi rischiamo di essere schiavi delle nostre paure; ci aggrovigliamo dentro questo paure e alla fine ne rimaniamo fasciati e ingabbiati, pronti anche a rifiutare i segni che Dio avrebbe potuto già darci per farci liberi da questi incubi.

L’Avvento è così: è il freddo e il buio pungente della notte, per chi si incammina verso una piccola luce che però promette qualcosa di nuovo, anziché rimanere nel caldo appiccicaticcio della propria tana; è la distesa sterminata dell’oceano, che porta con sé nuove terre, per chi non si accontenta dell’acqua ferma e un po’ stagnante del proprio porticciolo. È la fatica di lasciare le proprie sicurezze (anche se sono mortifere) per affidarsi a una luce che ci guida nel cammino e dà ordine e direzione a ciò che viviamo magari in modo sparso e disordinato.

L’Avvento è così: è un partire che genera una nuova intelligenza delle cose e della vita; è un rifare le stesse cose tutti i giorni, ma vedendole illuminate da una prospettiva che dischiude punti di salvezza insperati.

“Il popolo che camminava nelle tenebre, vide una grande luce”. Quando il profeta pronuncia queste parole i grandi riflettori dei nostri tempi non erano nemmeno immaginati. La grande luce è la luce delle stelle, fissa e fedele, piccola ma ben identificabile.

È questa la luce di cui ci può (ci si deve) servire, per vedere la verità del nostro presente; con la loro violenza, tutte le altre luci artificiali il presente lo accecano.

È questo l’Avvento che siamo chiamati a vivere insieme, come famiglie missionarie.

Buon Avvento.

Don Luca Bressan è Vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione Sociale

Per i camminatori d’avvento più ardimentosi … lascio in consegna questa omelia di don Giuseppe Angelini, tenuta negli anni ’80. Ha molto da dirci ancora oggi. Vai>>

L’uomo è come sorpreso, in questa fatica, da ciò che avviene alle sue spalle, da ciò che lo raggiunge senza essere stato previsto ed atteso.


Ai camminatori semplici come le colombe e astuti come i serpenti – cioè i bambini 😉 -, affido questo racconto di Bruno Ferrero>>

Molto tempo fa c’era un uomo che aveva tre figli ai quali voleva molto bene...


Seguono alcuni spunti per camminare lungo questo Avvento

Da leggere

Qualcuno ci attende in fondo a ogni notte di E.Ronchi>

Santa Messa con i nuovi cardinali, omelia di Papa Francesco, “Vicinanza e vigilanza“>>

“Cari fratelli e sorelle, pregare e amare, ecco la vigilanza. Quando la Chiesa adora Dio e serve il prossimo, non vive nella notte. Anche se stanca e provata, cammina verso il Signore.”

Sfide pastorali accanto a chi soffre, di Padre A.Pangrazzi, ordine dei Camilliani>>

Willa Cather diceva che «ci sono cose che si imparano meglio nella calma, altre nella tempesta». La pandemia è stata un prolungato bagno di umiltà, ma anche di accresciuta umanità.

Da ascoltare

Trad: Lei spezza l’oscurità con una speranza che nessuno ha mai visto, sotto al suo cuore cresce una grazia che non è mai stata prima// Il mattino di Nazareth è diventato l’alba che gli occhi hanno da sempre desiderato vedere. La moglie di un falegname con un bimbo in braccio, un’ umile corte dove re e pastori sono suoi ospiti.// Il mattino di Nazareth, la stella di Betlemme, luce per i popoli vicini e lontani.

L’alba diventa giorno, il giorno è qui per rimanere, il buio del peccato non oscurerà la strada. L’oscurità ha mentito ed ha cercato di nascondere il giorno nella morte, eppure nel suo grido c’è speranza in ogni respiro. Il mattino di Nazareth, la notte del calvario non potrà mai fermare la verità e la luce. Un altro mattino porta una luce inaspettata, un’ altra Maria vede un segno inaspettato.

Il mattino di Nazareth fa rotolare via la pietra (del sepolcro), nessuna notte potrà terminare questo giorno senza fine. Il mattino di Nazareth sarà per sempre l’ alba che desidera farci liberi.


Da guardare

Una nuova installazione d’Avvento alla comunità di Taizè, in Francia. “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce” (Is,9).

Interessante che questo popolo è esso stesso luminoso, ha visto la luce, ne è stato spettatore, ma è diventato poi luce per il mondo.



La sintesi in parole-chiave e immagini degli incontri online di Novembre su Accoglienza e Missione a Km0

Da pregare

Signore

Insegnaci ad accettare la nostra umanità

Insegnaci ad accettare la debolezza della nostra carne

Insegnaci la via dell’umiltà, del nascondimento, della povertà

Insegnaci il cammino della condivisione, della comunione, dell’unità

Insegnaci o Cristo a essere uomini, uomini della tua umanità, uomini nella tua umanità
per essere anche figli di Dio,

In te figli santi del Padre, a cui oggi e sempre diamo lode con te e nello Spirito. Amen.


Per sdrammatizzare…