Beatrice e Andrea con il piccolo Giuseppe abitano presso l’Oratorio san Luigi di Tradate dal 2021. La loro presenza nella comunità è dedicata soprattutto alla cura dell’oratorio e della Pastorale Giovanile in collaborazione con don Marco, Vicario Parrocchiale.

La testimonianza di Beatrice e Andrea il 14 marzo 2023 alla Via Crucis con l’Arcivescovo Delpini in preparazione alla GMG 2023:


Siamo Beatrice, Andrea e Giuseppe, una giovane famiglia che dà un paio di anni sta vivendo l’esperienza delle famiglie missionarie a km0, viviamo in oratorio a Tradate, in quella che precedentemente era la casa del prete coadiutore e ci piace pensare di essere una presenza gentile e accogliente con chi frequenta questo posto. Camminiamo con la nostra comunità con il vivo desiderio di costruire strade di speranza e fraternità. Se siete curiosi di scoprire un po’ di più di questa esperienza potete consultare il sito delle famiglie missionarie a Km0 oppure venirci a trovare in via Manzoni 17 a Tradate.


Quando ci hanno chiesto di fare una testimonianza questa sera abbiamo quindi pensato che ciò che innanzitutto dovevamo fare era riprendere delle pagine della nostra storia e condividerle con voi. Nel ripensare a quelle che sono state le nostre due esperienze alle GMG ci siamo resi conto di quanto certi momenti e certe frasi abbiano risuonato in noi negli anni decisivi, essi sono stati in grado di far luce nelle grandi scelte fatte.


Nella nostra prima GMG, a Madrid nel 2011, io e Andrea venivamo da un’estate in cui lui si era dichiarato, ma ahimè, era arrivato troppo tardi, durante la mia maturità un mio compagno delle superiori si era fatto avanti e lui aveva perso l’occasione. Vivemmo allora quell’esperienza a debita distanza e senza troppo condividerla. Quando però ci siamo ritrovarti a ricordarla, siamo arrivati a dirci che ad entrambi, anche se in modi diversi sono rimasti ben vividi due eventi:
Ci ha colpito primariamente il primo impatto con la moltitudine di giovani che, per le più svariate ragioni, si trovavano li, proprio come noi; ci era apparsa come una grande festa della fede, alla quale affluivano giovani da ogni parte della terra scambiandosi bandiere, abbracci, gadget vari e aspettando tutti insieme il grande incontro con Papa Benedetto. Oggi più che nel 2011, oggi più che mai ci sembra surreale, straordinario, miracoloso ma è proprio così: questa è la GMG.
Il secondo evento è stato un seme fecondissimo nella nostra storia di fede e tutte le volte che lo ricordiamo ci riporta un po’ lì: durante la serata della veglia all’aeroporto di Cuatro Vientos una tempesta improvvisa si è abbattuta su tutti noi: tra le tante persone e la confusione della pioggia nessuno avrebbe mai pensato che di fronte a Papa Benedetto che si metteva in adorazione del santissimo, si generasse un silenzio così orante da dominare sull’intero aeroporto gremito di persone, attraendo completamente la nostra attenzione e portando il nostro sguardo fisso sull’eucarestia, la Vita offerta. Questa stessa immagine qualche anno dopo, a Pasqua 2020 ci è stata rievocata da Papa Francesco, in tutt’altra situazione: una piazza San Pietro completamente vuota e un altro Papa che rivolto verso la croce, sempre inginocchiato ha attratto lo sguardo di chiunque stesse guardando la televisione in quell’istante, lasciandoci attratti ancora come allora, dallo stesso mistero di un Dio che si fa Vita offerta attraverso la Croce.
L’ultima GMG a cui abbiamo partecipato è stata invece a Cracovia, nel 2016. Io e Andrea eravamo ormai fidanzati da un po’, ma non si era ancora parlato esplicitamente di matrimonio. E’ stata una GMG decisamente meno emozionante della prima, ma in realtà molto più proficua dal punto di vista vocazionale.

Anche qui custodiamo due momenti chiave:
Il primo fu dopo una messa in una delle giornate che anticipavano la veglia, decisi di confessarmi da uno dei tanti preti che erano a disposizione in quel momento, lo scelsi un po’ casualmente, senza pensarci troppo. Oltre alla confessione in se sentivo proprio l’esigenza di capire a che punto eravamo io e Andrea, perché la sensazione che avevo era quella di sentirci un po’ persi, senza guida. Al termine della confessione quel prete sconosciuto mi diede la spinta che mi ci voleva per proporre ad Andrea un percorso per fidanzati, e prendere un po’ in mano la nostra vita insieme.
Il secondo momento è stato il discorso di Papa Francesco alla veglia, che avvertiva i giovani di stare attenti alla “divano felicità” una paralisi che si confonde per felicità e che ci addormenta e intontisce. All’inizio ci ha fatto semplicemente sorridere la metafora, sembrava che sapesse che la maggior parte dei giovani compresi noi trascorresse ormai gran parte delle serate abbuffandosi di serie su Netflix. Lì per lì dunque non è stato un grande momento di per se; ha acquisito tutta la sua rilevanza a settembre 2019, quando la nostra guida spirituale che ci stava preparando al matrimonio e ci ha chiesto quali fossero le nostre più grandi paure rispetto a una vita insieme: allora le parole del Papa sono tornate a interpellarci, avevamo proprio il timore che dopo esserci sposati, passata la luna di miele e gli entusiasmi iniziali, ci saremmo ritrovati accomodati sul divano di casa, perdendo di vista la vita fuori. Neanche a farlo apposta dopo qualche mese dal nostro matrimonio la nostra paura è stata portata all’estremo; scoppiato il lock down, noi come il resto del mondo, siamo stati costretti a vivere alcuni mesi proprio su quel divano: è stato in questo periodo che ancora una volta l’ammonimento sulla “divano-felicità” è tornato a farci visita, spronandoci a trovare un modo per sganciarci da questa allettante tentazione. Sapevamo di dover trovare un’alternativa forte che ci aiutasse a vivere il sacramento del matrimonio come dono non solo per noi ma anche per gli altri; eravamo convinti che non sarebbe bastato semplicemente tornare alla vita di prima. Ci siamo dunque messi in ricerca e abbiamo cominciato un percorso di avvicinamento all’esperienza delle famiglie missionarie a Km 0: nei volti e nelle parole di quelle famiglie abbiamo intuito che quella potesse essere una strada per crescere come famiglia e come cristiani.


Insomma la GMG che potrebbe sembrare un evento isolato, straordinario e completamente estraneo alla vita di tutti i giorni è stata per noi, in entrambi i casi, un momento di semina che ha portato i suoi frutti al tempo opportuno.


Percorriamo dunque questa via Crucis chiedendo al Signore di seminare ancora in abbondanza alla prossima GMG frutti di pace, di speranza e di futuro.