Qui trovò un Giudeo di nome Aquila, nativo del Ponto, arrivato poco prima dall’Italia, con la moglie Priscilla, in seguito all’ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei. Paolo si recò da loro. Paolo si trattenne ancora diversi giorni, poi prese congedo dai fratelli e s’imbarcò diretto in Siria, in compagnia di Priscilla e Aquila. […] Egli cominciò a parlare con franchezza nella sinagoga. Priscilla e Aquila lo ascoltarono, poi lo presero con sé e gli esposero con maggiore accuratezza la via di Dio. (At 18,24-26)

Preti e sposi “vicini di casa” in parrocchia per vivere un’esperienza di vita fraterna e, talvolta, anche di corresponsabilità pastorale: vivere condividendo alcuni momenti della proprio quotidianità e soprattutto della propria vita di fede. Uno scambio vocazionale vissuto giorno per giorno che mette a tema l’immagine di una Chiesa dal volto fraterno, fatta “di relazioni umane” più che di “servizi e compiti”. Una Chiesa dove le vocazioni e i ministeri si mettono “in circolo” e si alimentano e si rafforzano vicendevolmente.

LETTURE:

Insieme con la preghiera anche tentando coerenza con il Grande Comandamento dell’amore, io so che la mia energia e la mia speranza, la capacità di affrontare le difficoltà, sono legate al fatto di vivere e lavorare con molte persone che sono mie amiche e miei amici, agli affetti che nascono dall’accoglienza, al calore del volersi bene. Per me queste relazioni sono le proteine delle vita, un calore che scalda il cuore e tiene vivo il piacere di condividere progetti e imprese di solidarietà, di educazione, di testimonianza di fede. Non riuscirei a vivere senza questi umani “amore in corso”.

Io credo che la stessa possibilità di essere accogliente e capace di ascolto, la stessa disponibilità ne confronti delle persone che incontro, abbiano come premessa necessaria e insostituibile il fatto della sicurezza e del piacere di essere voluto bene e di voler bene ad un gruppo di uomini e donne che chiamo i miei amici, le mie amiche.

Del resto tutti sanno che per amare molte persone è necessario di amarne in maniera importante un numero limitato che diventa la tua famiglia, il tuo luogo degli affetti. Senza non si può. (da AA.VV. Il cuore del prete, ed. San Paolo)

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[…] In questa visione di Chiesa e prassi pastorale il nostro sacerdote è impegnatissimo a svolgere il suo vero ruolo, che è quello di servizio dell’Unità – senza il quale non ci sarebbe comunità cristiana – di coordinatore delle piccole comunità e formatore dei loro responsabili, di colui che esercita il ministero della sintesi. Ma tutto questo lo fa vivendo anche lui inserito in una piccola fraternità con laici che lo aiutano a sperimentare come tutti la vita di Comunione e Missione e a convertirsi. (testo a cura del Centro Fraternità Missionarie di Piombino)