AFFORANDO


La richiesta di scrivere un articolo per il sito, è stata occasione per mettere nero su bianco le prime impressione di questa nostra esperienza. Le lasciamo così: tante voci che piano piano stanno diventando una sinfonia.

Don Tommaso
Quando nel dicembre del ‘22 ho chiesto un appuntamento a don Luca per conoscere la realtà delle Famiglie Missionarie ero mosso dal desiderio di offrire alla mia Parrocchia uno stimolo e una provocazione differente
da quella che – dopo 5 anni come parroco – comprendevo di essere in grado di dare.
Dall’accoglienza iniziale di don Luca, alla conoscenza di Pier e Laura in casa mia, all’incontro con i tre ragazzi nella loro casa di Vimercate al loro arrivo qui a Milano il 10 settembre sono passati veramente pochi mesi.
Mesi di grazia, per la rapidità del tutto; mesi di provvidenza, nello scoprire che il mio iniziale desiderio veniva come preso per mano da qualcun altro e condotto a una verità e un’intensità più piena.
Dopo cinque mesi di vita insieme in parrocchia posso dire che la mia intuizione originaria si sta realizzando certo con iniziative nuove, sicuramente portando un profumo di famiglia e un tocco femminile nelle attività tradizionali, ma anche
attraverso una cura della mia persona. Pochi giorni fa una cara amica della parrocchia mi ha detto: «Sai don, prima che arrivasse la famiglia ti eri un po’ incupito. Adesso sei tornato a sorridere». Non c’è che dire, è vero. Percepisco questa cura non tanto in gesti concreti, quanto in uno stile benevolente di accoglienza, per cui il “don” è uno che può accompagnare una bimba all’asilo, può lavare i piatti dopo cena e giocare ai giochi in scatola (raramente anche vincendo).

Pier
Destinazione: Affori, Parrocchia dell’Annunciazione.
Ricordo con stupore quando ci hanno comunicato la destinazione milanese… in una Parrocchia dove il parroco don Tommaso aveva da poco chiesto la disponibilità di una famiglia missionaria a km0. Dopo qualche incontro di conoscenza con il don abbiamo accettato volentieri di trasferirci a settembre del 2023… giusto il weekend precedente all’inizio scolastico. I primi mesi sono stati molto intensi di conoscenze… abbiamo avuto la grazia di accompagnare il don durante le benedizioni natalizie e così facendo siamo riusciti, in poco tempo, a conoscere molti parrocchiani, al di là dell’incontro domenicale… ci ha subito piacevolmente sorpreso la manifesta accoglienza di tutti quanti.
Molti parrocchiani hanno avuto cura di noi, ci hanno chiaramente esternato che erano contenti che una famiglia come la nostra condividesse momenti di vita quotidiana, di preghiera, di giochi in primis con il loro don ed anche con i membri
della comunità…
Sicuramente l’accoglienza che ciascun membro della nostra famiglia ha ricevuto, e continua a ricevere negli incontri quotidiani, è qualcosa di meraviglioso e lo consideriamo un punto di forza… l’appartenenza ad una comunità civile di ispirazione cattolica da una parte e la consapevolezza di essere parte della chiesa ambrosiana dall’altra, conferiscono ad ogni membro ‘impegnato’ nelle attività parrocchiali una forza contagiosa che ci consente di vivere con pienezza questa esperienza straordinaria.

Laura
E anche noi, come il gruppo delle famiglie missionarie Km0, ci siamo messi in testa idea di ridare alla chiesa lo stile di una comunità di vita. Non solo una comunità di culto o servizi (liturgico, caritativi, educativi oratoriali) ma prima di tutto relazioni. Nei vangeli si legge che quando Gesù manda i suoi a fare dei servizi anche quelli missionari innanzitutto e prima li fa stare con lui… lo stare con lui e tra loro (la vita comune) è la condizione per non essere trasformati in agenzia di servizi religiosi.
E per far questo abbiamo innanzitutto aperto la nostra casa perché possa essere luogo di accoglienza. Non abbiamo ancora ben chiaro cosa siamo chiamati a fare e ad essere qui ma stiamo cercando di essere ‘docili allo Spirito’, facendoci interrogare dalle circostanze che man mano ci si presentano davanti.
Da qualche chiacchierata con delle famiglie e delle catechiste sono nati dei laboratori, dalle domande di alcune mamme è nato il te della sera… Più che solo a fare qualcosa ci sembra di essere chiamati ad avviare processi, raccogliere domande,
desideri.
Il desiderio delle famiglie KM0 “è di incarnare una Chiesa dove le vocazioni – al matrimonio, al presbiterato, alla vita religiosa, … – si alimentano e si rafforzano reciprocamente”. E allora ci domandiamo: come stiamo alimentando reciprocamente le nostre vocazioni? Don Tommaso sta sperimentando con i nostri figli e in particolare con Evelyn una paternità.
E questo ha alimentato un’attenzione al prendersi cura che sta poi mettendo in gioco con la comunità…
E la nostra vocazione familiare come è alimentata da questa vita comune? Don Tommaso ci sta aiutando a scoprire nuovi modi e nuovi tempi di preghiera (e anche nuove ‘spiritualità’). Ci ricorda che siamo fatti per l’eternità così come noi ricordiamo a lui che la Parola deve incarnarsi. Forse stiamo vivendo quella Chiesa al tempo degli apostoli in cui c’era pari dignità battesimale, in un modo strutturale e non solo occasionale.
Sacrifici? No. Abbiamo trovato la perla preziosa. Queste esperienze, che siano missionarie, di accoglienza, a Km0, devono innanzitutto far bene a noi. Non dobbiamo farlo solo per gli altri o per riesumare nostalgicamente la vita d’oratorio.
Mai deve mancare il tempo e il desiderio di godersi le cose con gioia: i propri interessi, i figli, le amicizie. E soprattutto la passione di custodire la relazione di coppia, luogo in cui prendersi cura l’uno dell’altro.

Benedetta
Siamo sempre stati una famiglia un po’ “fuori dagli schemi”: in primis perché ho due fratelli in affido e inoltre ora iniziando questa esperienza non viviamo più il nostro rapporto solo come famiglia a sè, ma è come se fossimo di più, come se nel nostro rapporto di famiglia siano inclusi anche tutti i parrocchiani di Affori che abbiamo incontrato e che dal primo incontro portiamo con noi.
Devo ammettere che all’inizio non è stato semplicissimo perché ci siamo trasferiti la settimana prima dell’inizio della scuola e non abbiamo avuto molto tempo per abituarci a questa nuova vita, ma vivere qui ha anche molti vantaggi. Per esempio abbiamo – soprattutto noi figli – molta più autonomia dato che possiamo muoverci da soli con i mezzi, mentre prima, quando vivevamo a Vimercate, non avevamo questa possibilità. Qui viviamo sopra
il Don Tommaso, che fin da subito è stato molto felice di accoglierci nonostante fossimo e siamo un po’ rumorosi e molto vivaci.
All’inizio non ero convintissima di iniziare questa avventura, ma ora avendone fatto un po’ esperienza negli scorsi mesi, sono molto felice che i miei genitori abbiano fatto questa scelta, chiaramente consultandoci, perché ora viviamo in un quartiere molto bello: abbiamo dei parchi vicino a casa, sono più autonoma e ultimo, ma non per importanza, abbiamo conosciuto molte persone che ci hanno accolto amorevolmente.
Anche il rapporto instaurato con Don Tommaso è molto speciale perché è come se fosse ormai diventato parte della famiglia: spesso mangia con noi, addirittura a volte lava i piatti al posto nostro! Cosa che a me e ai miei fratelli, chiaramente, non dispiace 😊; con lui giochiamo anche ai giochi in scatola, nei quali lo battiamo quasi sempre. Evelyn in lui ha trovato una figura mistica, che ammira e col quale ama trascorrere il suo tempo, come se l’avesse “scelto”.
Diciamo, tutto sommato questo nuovo modo di vivere pur avendo le sue difficoltà, ma come qualunque modo di vivere, ci ha regalato moltissima gioia e di questo sono molto felice e riconoscente.

Omar
Questa è un’esperienza nuova per me come per gli altri. Confesso che l’idea di venire a vivere in parrocchia non mi ha subito attratto molto perché pensavo che magari mi dessero dei lavori da fare o qualcosa del genere quindi non sono stato subito convinto, però a settembre quando ci siamo trasferiti dopo essermi ambientato (in ambito scolastico…) ho pensato che me la sarei cavata perché comunque
non era così difficile vivere lì…
Ho conosciuto don Tommaso molto simpatico e molto informato (soprattutto sull’Inter). Grazie a lui mi sono ambientato, poi noi abbiamo una specie di rituale: ogni santo mercoledì quando arrivo a casa da scuola lui ha già lì il pollo del mercato buono e caldo pronto per essere gustato da me!
Passando di mese in mese mi sta piacendo sempre più Milano/Affori perché vengo a sapere sempre cose nuove.
Quindi voglio ringraziare don Tommaso e tutte le altre persone che hanno accolto a me, mamma papà e le mie due sorelle!

Evelyn
Ciao sono Evelyn, la preferita del don e ovviamente la protagonista del libretto È Natale se ci sei tu. Mi piace stare qui soprattutto perché il mercoledì vado giù a fare merenda con le nonne! sono contenta quando il don mi porta o mi viene a prendere a scuola.
Quando il don va in gita mi lascia sempre un biglietto che di gita in gita si arricchisce sempre di più, all’inizio scriveva soltanto, man mano che passavano le gite ha iniziato a disegnare montagne e a usare addirittura i colori!
Ci siamo affidati e stiamo raccogliendo più di quanto immaginavamo.

 

Per Natale, l’arcivescovo ha chiesto a don Tommaso di scrivere un racconto per i bambini, e lui l’ha fatto insieme alla famiglia a Km 0. Ecco il risultato: https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/larcivescovo-scrive-ai-bambini-ecco-che-cosa-rende-autentico-il-natale-2550267.html