Manuela e Fabio, dopo un’esperienza in Brasile come fidei donum vivono alla Parrocchia Pentecoste con i loro tre figli. Prima di loro due famiglie hanno vissuto la “fraternità missionaria” con il parroco don Ambrogio e con il precedente parroco don Alberto: una parrocchia con al centro un’esperienza di fraternità e scambio vocazionale. Manuela e Fabio in questi anni hanno dato spazio in particolare alla dimensione dell’accoglienza.

La testimonianza sul sito della Comunità Pastorale Cenacolo, Milano>>

Sulla pagina: “i volti di Quarto Oggiaro”>>

Parrocchia Pentecoste, esperienza pilota nella diocesi di Milano>>

Siamo Manuela e Fabio Panzeri, 43 e 42 anni, sposati dal 2008 ed abbiamo 3 figli: Marta (9 anni), Caterina (6 anni) e Tommaso (3 anni).
Dopo esserci sposati, nel 2012 abbiamo vissuto per due anni l’esperienza in missione in Brasile come laici Fidei Donum della diocesi di Milano. Affiancavamo un prete, Don Ezio Borsani anch’egli Fidei Donum della Diocesi, che aveva chiesto la possibilità di poter essere coadiuvato da una famiglia nella vita della parrocchia. Manuela si occupava della Pastorale dei bambini, Fabio della Pastorale sociale e come coppia eravamo inseriti nel Consiglio pastorale parrocchiale e nel gruppo di pastorale famigliare.
Elemento fondante e arricchente era lo scambio vocazionale tra noi e Don Ezio, ovvero l’incontro fisso, almeno una volta alla settimana, in cui ci radunavano per riflettere sulla vita della parrocchia, condividendo riflessioni, gioie e preoccupazioni.


Rientrati a Milano durante un periodo di vacanza dalla missione, abbiamo partecipato, un po’ per caso, ad uno dei primi incontri delle Famiglie a Km 0 che si ponevano come obiettivo intercettare tutte quelle esperienze di corresponsabilità prete/laici presenti in parrocchia.
Quando poi siamo rientrati definitivamente dalla missione, la famiglia che abitava nella parrocchia di Pentecoste a Milano – Quarto Oggiaro era costretta a trasferirsi in Piemonte e la comunità stava cercando una possibile sostituta.
Dopo un periodo di discernimento, abbiamo deciso di accettare la proposta.


Per la parrocchia di Pentecoste l’esperienza di una fraternità prete/famiglia non è una novità. Dal 2001 ad oggi si sono dati il cambio 3 famiglie, 3 parroci e 2 chiese! Sì, perché in questi 20 anni oltre ai cambiamenti legati alle famiglie ed al parroco, si è conclusa la costruzione della nuova chiesa (prima si era ospiti in un ex-scuola materna comunale) ed il trasferimento nel nuovo edificio (molto vicino fisicamente, ma in realtà inserito in un quartiere di recente costruzione).
Noi viviamo presso la Pentecoste dal settembre 2016. Siamo stati i primi ad entrare nell’edificio, quando ancora non c’era l’allacciamento del gas e dell’acqua!
Lo stile del nostro stare in parrocchia è sempre stato più improntato sull’essere una fraternità che sul fare. Non solo perché con 3 bimbi piccoli e lavorando entrambi sarebbe per noi impossibile prenderci troppi impegni, ma anche perché come abbiamo scritto sulla bomboniera del battesimo della nostra prima figlia, ci piace pensare d’essere come “una famiglia tra famiglie” e non come una super famiglia. Noi vogliamo stare accanto alla comunità in cui siamo inseriti, senza sostituire nessuno e senza prendere incarichi che poi nessuno potrà portare avanti in un secondo momento.


Fino a settembre 2020 abbiamo vissuto la dimensione della fraternità con il parroco don Ambrogio Basilico. Avevamo due appartamenti limitrofi con la lavanderia in comune. Ci eravamo dati come regola il cenare insieme tutti i giorni (fatto salvo l’avere altri impegni: incontri con gruppi, visita ai nonni, …) e recitare insieme la compieta. Poi una volta a settimana ci ritagliavamo una sera per condividere sulla base di brani proposti a turno e riflettere sull’andamento della parrocchia.
Non è stato semplice coniugare gli impegni di tutti e spesso non ce la facevamo…ma anche il condividere la stanchezza e il fatto di non essere supereroi (come le nostre figlie o i parrocchiani vorrebbero!) ha rafforzato il senso e il legame della fraternità.


Dall’inizio di questa esperienza partecipiamo al C.P., esso stesso è l’organo che ha deciso rispetto a questo tipo di esperienza. Non nasce dal pallino di un parroco o di una famiglia, ma è la scelta consapevole del C.P., rinnovata ad ogni cambio di prete e/o famiglia.
Da ottobre 2020 si è costituita la Comunità Parrocchiale Il Cenacolo di cui anche Pentecoste fa parte insieme ad altre 3 parrocchie, inoltre c’è stato l’avvicendamento del parroco con Don Augusto che è anche responsabile di tutta la Comunità Parrocchiale. Contemporaneamente con la nascita della Comunità Parrocchiale è sorta la fraternità dei preti che ne fanno parte che vivono tutti insieme presso la Parrocchia di Santa Lucia. Ciò ha significato dover ripensare alla fraternità presso Pentecoste. Ad oggi con don Augusto ci incontriamo una volta a settimana per cenare e recitare la compieta e circa una volta al mese con anche Suor Enrica e Suor Claudia (suore…) per condividere a partire da un brano. L’appartamento affianco è stato destinato ad un’accoglienza che dovrebbe partire a breve.


Abbiamo la fortuna di ritrovarci in una comunità molto viva e partecipata per cui seguiamo alcune attività e pastorali (il gruppo famiglie, il gruppo missionario e caritas, Manuela fa parte della Diaconia della Comunità Pastorale) ma né più né meno di altre persone. Questo a volte ci mette in crisi e ci interroga : ma cosa siamo qui a fare? È veramente necessario vivere in parrocchia? No, non siamo indispensabili e semmai lo diventassimo allora sì che dovremmo veramente preoccuparci del senso della nostra presenza.


Testimonianza 2017

Manuela e Fabio, dopo un’esperienza in Brasile come fidei donum vivono alla Parrocchia Pentecoste con le loro due bimbe. Prima di loro due famiglie hanno vissuto la “fraternità missionaria” con il parroco don Ambrogio: una parrocchia con al centro un’esperienza di fraternità e scambio vocazionale.

Eccoci! Siamo la famiglia Panzeri (Fabio, Manuela, Marta e Caterina) e,  con Don Ambrogio Basilico, stiamo vivendo un’esperienza di fraternità missionaria nella parrocchia della Pentecoste nel quartiere di Quarto Oggiaro a Milano.

Per la parrocchia non è novità, ma un cammino ormai consolidato, iniziato circa 15 anni fa da un’intuizione di Don Alberto Bruzzolo con la famiglia Ragaini, continuato con lo stesso Don Ambrogio e la famiglia Costa e giunto fino a noi, nella speranza che proseguirà oltre noi…!

Sempre con il Consiglio Pastorale ad appoggiare e incoraggiare questa esperienza, nella convinzione che lo stile di una parrocchia “in uscita” e di una comunità cristiana al servizio del Regno passino anche attraverso scelte di corresponsabilità laicale, di una chiesa semplice e attenta a tutti, soprattutto ai poveri e ai più bisognosi.

In questo senso la fraternità è segno di testimonianza, è segno tangibile di una Chiesa che vuole vivere accanto ai fratelli, presenza viva a fianco della gente, nelle gioie e nelle fatiche che la quotidianità del vivere ci presenta.

La fraternità intesa perciò non come gratificazione e vanagloria di chi la vive ma semmai come strumento per valorizzare i diversi carismi presenti nella comunità parrocchiale dando ad ognuno di essi la possibilità di vivere appieno l’incontro personale con Cristo, secondo i tempi e modi di ognuno. (cfr. Mt 5, 14-16“né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa”, dove per casa intendiamo la chiesa/parrocchia).

Ecco, è proprio questo quello che ci ha affascinato della fraternità di Pentecoste: dopo l’esperienza in Brasile come laici fidei donum della Diocesi di Milano ci siamo interrogati su come vivere quella Parola incarnata nella Vita tanto cara alla tradizione delle comunità di base brasiliane, anche qui, al servizio della  nostra chiesa locale (che già tanto offre). Il nostro desiderio –  personale, di coppia e di famiglia – era ed è  quello di continuare a camminare, non da soli, per realizzare quel sogno di una chiesa coi i piedi ben piantati per terra e con lo sguardo rivolto al cielo.

Così da settembre 2016 viviamo con Don Ambrogio sullo stesso pianerottolo della nuova chiesa della Pentecoste, in due appartamenti separati,  rispettando i tempi e gli spazi di ognuno ma condividendo alcuni momenti comuni: la cena, la preghiera e il confronto sulla vita della parrocchia e della fraternità. Non è semplice coniugare gli impegni di tutti e spesso non ce la facciamo…ma anche il condividere la stanchezza e il fatto di non essere supereroi (come le nostre figlie o i parrocchiani vorrebbero!) rafforza il senso e il legame della fraternità.

Abbiamo la fortuna di ritrovarci in una parrocchia molto viva e partecipata (evidentemente le fraternità precedenti hanno seminato bene..) per cui seguiamo alcune attività e pastorali (il gruppo famiglie, il gruppo missionario e caritas) ma né più né meno di altre persone. Questo a volte ci mette in crisi e ci interroga : ma cosa siamo qui a fare? È veramente necessario vivere in parrocchia? No, non siamo indispensabili e semmai lo diventassimo allora sì che dovremmo veramente preoccuparci del senso della nostra presenza.

Il nostro impegno è quello di esserci, di vivere la nostra vita, nella gioia e nelle difficoltà, accanto e a servizio degli altri, continuare a tener vivo  il fuoco della missione che altri prima di noi hanno acceso e alimentato. Già questo ci sembra un impegno per cui vale la pena spendersi e affidarsi nella mani di qualcun Altro.

Manuela e Fabio

Quindici anni di fraternità missionaria alla parrocchia Pentecoste>>

Passaggio di TESTIMONE a Pentecoste>>

Testimonianza della fam. Panzeri a “Tempo Presente” su Telepace.

Famiglie Missionarie a Km0


L’intervista per la giornata mondiale della famiglia

Fidei Donum in Brasile